Archivio | agosto, 2009

CommaTunes #3: Island in The Sun

23 Ago

Dopo avervi fatto sentire la cara Maria, eccoci con un’altra splendida canzone, ecco una corredata da un video che tanto ricorda la pubblicità della Scottex.
Island in the Sun è della band rock alternativa degli Weezer è il secondo video fatto per la canzone ed è diretto da quel mito assoluto di Spike Jonze. Se non sapete chi è, cercate i suoi video musicali su YouTube ha diretto perle che prima o poi diventeranno Commatunes quali Sabotage dei Beastie Boys, Weapon of Choice di Fatboy Slim, It’s In Our Hands di Björk … solo per dirne alcuni. Per la band più amata dai geek d’America ha già diretto il geek anthem Buddy Holly che manco a dirlo ha un video MAGNIFICO, ma non temete prima o poi diventerà anche lei Commatune. Bene, questo è il secondo video girato a Los Angeles ed ecco che tre dei quattro membri del gruppo (il bassista Mikey Walsh era stato mandato via dalla band) il frontman Rivers Cuomo, il batterista Pat Wilson e il chitarrista Brian Bell giocano con un gruppo di animali, un’idea geniale per un video e una canzone magnifica. Su Mtv la passavano mentre una della due commari si era appena trasferita a Roma e non si sa perché questa canzone le ricorda la sua amata Calabria.
Amiamo questa canzone perché entrambe da bambine sognavamo di prendere il tè con una scimmia vestita come noi e poi ma lo vedete com’è tenero????


Hip, hip, hip

Sentitamente vostra,
Maria (Rivers) Cuomo

Sposeremo un decathleta

22 Ago

Corre i 100 in 10.45, vola per 7 metri e mezzo, salta 2 metri, corre, sprinta e va… Parafrasando il testo di Ufo Robot, ecco che le commari parlano di decathlon. Il decathlon è la versione sportiva della raccolta punti che tanto piace alle commari, allora ecco che le merendine della Mulino Bianco e i prodotti della Parmalat sono sostituiti da i 100 metri, il salto in lungo, il lancio del peso, il salto in alto, i 400 metri, i 110 metri ostacoli, il lancio del disco, il salto con l’asta, il lancio del giavellotto e i 1500. Per ogni prova, come per ogni confenzione ecco i punti… La cosa più assurda è che tutte queste prove le fanno in due giorni, ora in due giorni noi no ce la faremo mai ad avere una pirofila in porcellana, mentre al loro tocca il giro d’onore e pure una medaglia. Ora a noi Ercole ai tempi faceva un po’ schifo, gli preferivamo l’imbranato Apollo di polloniana memoria, ma c’è da dire che questi moderni eroi, schifo schifo non ci fanno. Vuoi perché non abbiamo mai dimenticato il bellissimo Dan O’Brien o vuoi perché i decathleti ci sembrano una versione di MacGyver con il fisico. Scegliere un nome, diventa una cosa molto difficile, e nel nostro personalissimo podio ecco che il vecchio vince sul nuovo, che al biondino Trey Hardee, preferiamo la vecchia guardia di Dan anche se una nota di merito e di simpatia a Hardee la diamo perché ha un nome da più bello della scuola e perché troviamo geniali le conversazioni che si scambia sul suo Twitter con la madre, sì ragazzuole mie volete vedere che anche i decathleti sono mammoni?
Ma oltre alla bellezza, un motivo per accasarsi con uno di queste meraviglie umane è che probabilmente, così come sanno fare tutto sui campi di atletica, molto probabilmente sono altrettanto tuttofare anche a casa. Saranno capaci di riparare un rubinetto meglio di Super Mario Bros, sistemare il giardino (sembrano i classici giardinieri da Desperate Housewives), aggiustare la macchina e ricostruire qualsiasi cosa come i migliori falegnami. E tutto restando sexy, anche sporchi di grasso di macchina o di terra o bagnati d’acqua dalla testa ai piedi.
Ogni commare dovrebbe avere per casa un Dan O’Brien, un Roman Sebrle, un Trey Hardee o un Ingmar Vos (che sono quelli che vi proponiamo nelle foto qui sotto). Amiche carissime, rifatevi gli occhi con i decathleti, ce ne sono per tutti i gusti…

L'americano Trey Hardee

L’americano Trey Hardee

Dalla Repubblica Ceca Roman Šebrle

Dalla Repubblica Ceca Roman Šebrle

L'olandese Ingmar Vos, anche lui amante dei social network come Facebook e Twitter

L’olandese Ingmar Vos, anche lui amante dei social network come Facebook e Twitter

Dan O'Brien direttamente da The Cal, il calendario Pirelli 1998

Dan O’Brien direttamente da The Cal, il calendario Pirelli 1998

Con affetto multitasking,
vostre Maria Alcmena e Maria Pollon.

Quando muore un’era… addio a John Hughes

9 Ago

Appendete al chiodo le vostre leggins, lasciate a casa i vostri bomber e tagliate le punte dei vostri mullet: gli anni ’80 non esistono più, la migliore decade del pianeta così piena e così vuota si è spenta ieri notte all’età di 59 anni. Ci ha lasciate John Hughes, l’uomo che ha meglio di chiunque altro descritto la decade più amata: gli anni ’80. Lui che come una sorta di J.D. Salinger di era reaganiana dopo aver ricevuto fama e celebrità si era rintanato in una casa di campagna, lui che dopo aver consegnato la miglior generazione di attori dell’epoca ha deciso di smettere… Lui che con i suoi film ha fatto sognare anche noi, lui che ha dato un senso ai nostri pomeriggi di agosto, lui che ci ha fatto innamorare di Jake Ryan, Ferris Bueller, Duckie, Blane, Keith, Andrew Clark, John Bender,  … Lui che ci ha fatto identificare in Samantha Baker, Andie Walsh, Watts, Claire o Allison Reynolds. Questo regista nel bene o nel male ha segnato la nostra generazione, ci ha fatto sognare, ci ha fatto capire che gente come Jake Ryan esiste solo nelle pellicole, che uno come Blaine non lo si trova per strada e che essere oggetto di ossessione di tre ragazzi perfettamente perfetti è una cosa che esiste solo nei film. Sì, va bene… ma che film! Ecco alcuni tributi o se preferite un modo per rinfrescarvi la memoria una top list speciale.
Al 5° posto il film che ci ha fatto innamorare di Matthew Broderifck, molto prima che il cavallo di Sarah Jessica Parker lo facesse suo, una scena mitica tratta da Ferris Bueller’s Day Off o se preferite Una perfetta giornata di vacanza

A pari merito, dallo stesso film la sindrome di Stendhal di Cameron di fronte a un quadro di Seurat


Al 4° posto il bacio fra Watts e Keith, il suo migliore amico, da Somekind of Wonderful o se preferite Meraviglioso Batticuore


Al 3° posto un classico, tratto da un film scritto da Hughes, Pretty in Pink o se preferite Bella in rosa. Primo video, tutta la rabbia di Andie contro Blaine reo di aver rifiutato le sue chiamate (con Elegia dei New Order come sottofondo) malconsigliato dall’idiota di Steff


Seconda scena, la seconda parte della stessa scena (con un audio migliore) la vendetta del geniale Duckie ai danni del ricco pallone gonfiato


Al 2° posto non una scena, ma LA scena gli ultimi minuti di Sixteen Candles o se preferite Un compleanno da ricordare

Al 1° posto gli ultimi minuti del film forse più famoso e significativo di John Hughes, The Breakfast Club la pellicola che meglio incarna la splendida decade che la sua scomparsa ha ucciso e quei suoi personaggi, quei ragazzi un po’ fuori dal coro, un po’ particolari, in un certo senso il compito che i cinque consegnano a Vernon è una sorta di testamento, come la citazione di David Bowie che apre il film

Dear Mr. Vernon,
we accept the fact that we had to sacrifice a whole saturday in detention for whatever it is we did wrong, but we think you’re crazy for making us write an essay telling you who we think we are.
You see us as you want to see us, in the simplest terms, in the most convenient definitions. But what we found out, is that each one of us is a brain,
and an athlete,
and a basketcase,
a princess,
and a criminal.Does that answer your question?

Sincerely yours,

The Breakfast Club

E se non vi fosse bastato… Ecco un altro video sulle opere d’arte del mitico John Hughes

Sinceramente vostra,

Maria Molly o se preferite Maria Allyson o Maria Andie

Postalmarket versione H2O

4 Ago

Amanti degli anni ’80, le commari hanno una passione viscerale per il mitico Postalmarket, nelle cui pagine durante i loro caldi agosti hanno scoperto l’esistenza del colore grigio mélange e giurano che non l’hanno mai usato per altri scopi. Se avete mai tenuto in mano questo pezzo di storia dell’editoria italiana, antenato di amazon.com sapete che era pieno di bella gioventù. Fasciata in un completo sportivo blu, grigio o nero… Quei visini perfetti, quei bicipiti lievemente scolpiti sono entrati nell’immaginario colletivo commaresco. Sensazioni simili le commari le hanno rivissute solo dopo essersi innamorate di Kirk Cameroon, ma quei bicipiti, quella perfezione fasciata in tessuto grigio mélange, le commari la ritrovano nei fisici scolpiti – e sì è proprio il caso di dirlo – dei nuotatori, ecco in una specialissima versione della nostra top 5, eccovi i più belli del mondiale.

confronto

Non prima di aver citato il dogma del catalogo postale più amato: “Con Postalmarket sai uso la testa e ogni pacco che ne arriva è una festa“.

Al numero 5 si classificano rispettivamente l’italiano Edoardo Giorgietti e l’Australia in toto.  Già… alla bradi piace l’italianino, mentre la fille non si è ancora ripresa dalla grave forma di australiana anche perché ha convissuto un pomeriggio di tifo sfrenato con la torcida aussie. A rappresentare il baluardo della terra dei canguri Matt Abood, degnamente ritratto nello scatto fatto da commare Tiziana.

Un... particolare di Abbood e l'azzurro Giorgetti

Un... particolare di Abood e l'azzurro Giorgetti

Al numero 4 il truzzo Ryan Lochte e la pallanuoto in senso lato, il posto basso in classifica è giustificato dal fatto che sia una categoria “”ndo cojo cojo“. Anche qui, come per l’Australia, scegliamo un rappresentante per l’intera categoria e non volendo essere troppo campanilistiche e ricadere dunque sull’intero Settebello, ecco che scegliamo il portiere della Spagna, Iñaki Aguilar.

Aguilar in accappatoio e Lochte senza...

Aguilar in accappatoio e Lochte senza...

Al numero 3, doncs medaglia di bronzo, per il dorsista italiano Mirco Di Tora (che una delle commari ha visto effettivamente da vicino, l’altra sicuro rosica) e per il collega iberico-olandese Aschwin Wildeboer, come dire nome e cognome che fanno rima col jamón serrano e invece il giovine viene da Terrasa, vicino Barcelona, alla fille ricorda un altro catalano di sangue misto che anni fa le rubò il cuore.

Il cuoco Di Tora e Wildeboer

Il cuoco Di Tora e Wildeboer

Al numero 2, medaglia d’argento al crucco Paul Biedermann, la cosa figa è che alla bradi piaccia nonostante sia la nemesi di Phelps e il brasiliano César Cielo Filho, come entrare nel cuoricino della fille? Semplice, ricordandole l’amato idolo d’infanzia nello stile (in Calabria si direbbe Magnini, ‘zuppati u pani).

Il carioca Cielo Filho e il crucco Biedermann

Il carioca Cielo Filho e il crucco Biedermann

Rullo di tamburi… al numero 1, indi medaglia d’oro a due americani, perché come dice la bradi i nuotatori sembrano usciti dai telefilm americani e uno dei due ha anche in comune la residenza del mai dimenticato Seth Cohen. Parliamo di Michelino Phelps (all’angolo sinistro con un bong in mano a difendere i colori bradipinici) e Aaron Piersol (che nonostante la sua stempiatura più che avanzata ha rubato il cuore alla fille nel lontano 2003). La fille lo adora perché nonostante tutto le sembra un californiano doc, con il capello – o meglio quel che rimane bagnato dal sole – tutto surf e laissez vivre… E poi, ha fatto il liceo di Seth! Inoltre alla fille piace perché non è esagerato e tipicamente americano, come potrebbe essere che so io Phelps, è uno che si vede che per sbaglio ha aperto qualche libro nella sua vita e si applica per cercare di salvare il mondo… vamos, un supereroe in polieuretano!

Phelpsiuccio di bradi e Aaron della fille

Phelpsiuccio di bradi e Aaron della fille

Una volta sfogliato accuratamente il nostro Postalmarket, scelto il nostro Mr. Right anche noi come la mitica Muriel Heslop sposeremo il nostro nuotatore sulle note degli Abba, poco importa se da noi vuole solo la cittadinanza…

Acquaticamente vostre,
Maria (Acqua) Azzurra e Maria (Acqua) Chiara